Ecco un esperimento illuminante che chiarisce quali effetti produce il suono sugli organismi viventi. Figuriamoci sugli esseri umani.
Non tutti credono che la musica possa aiutare la nostra salute; infatti, un recente sondaggio del Sunday Times, dice che 7 persone su 10 considerano l’artista un lavoro non essenziale.
Questo perché l’arte, e soprattutto la musica, viene comunemente associata ad una semplice forma di intrattenimento. Un bel passatempo.
Per la musicoterapia la musica è alla base della vita, come il respiro e il cibo.
Nel 2014 è stato fatto questo esperimento bizzarro. Qualcuno ha preso 3 piante identiche, allo stesso stadio di sviluppo e le ha nutrite con i suoni, per 1 mese. La pianta di destra è stata nutrita con una frase di disprezzo: ti odio. Non è cresciuta bene, ma è cresciuta. Anche se si tratta di suoni cattivi, sono sempre cibo. Alla pianta in centro non è stato detto nulla, è stata ignorata. Per la musicoterapia vuol dire che non è stata nutrita con suoni; dopo 1 mese la troviamo morta.
La pianta di sinistra è stata cibata con: ti voglio bene. Guardate voi i risultati.
Non dobbiamo pensare che le piante capiscano ciò che diciamo; loro ricevono le vibrazioni dei nostri suoni come ognuno di noi riceve quelle del proprio ambiente. Questa non è new age; è fisica acustica. La vibrazione è ciò che fa tremare i vetri quando passa un camion.
Secondo il medico e ricercatore biochimico Carlo Ventura: “In ogni cellula vivente esistono dei recettori che assorbono alcune frequenze capaci di influenzare la salute stessa della cellula”. Alcuni suoni producono vita rigogliosa ed altri meno. Alcuni brani musicali portano benessere e altri procurano disturbi, anche seri, ma nessun essere al mondo può vivere senza suoni.
Questa è musicoterapia; non i concerti o i bei cantanti, ma la consapevolezza che i suoni e le vibrazioni sono la base della vita. Forse adesso non sembra più così superflua.
Spero di essere stato d’aiuto. Se vuoi altri suggerimenti, segui la pagina facebook o il canale youtube di Spazio Musicoterapia.
A presto